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Il funzionamento dei riduttori di pressione

Quando collegate la bombola del gas, dovete seguire delle regole fondamentali per non esporre voi stessi e gli altri a rischi.
I gas dell’aria sono compressi all’interno delle bombole a pressioni che mediamente sono 200 bar, mentre la loro utilizzazione avviene a pressioni notevolmente inferiori, variabili in base alle condizioni di lavoro.
Per questo motivo risulta indispensabile installare, fra la bombola e la strumentazione utilizzata, un apparecchio capace di ridurre la pressione del gas compresso, qualunque sia il valore iniziale, ad una pressione finale costante ed idonea alle apparecchiature in uso.

Ogni riduttore è dotato di due manometri: uno di alta pressione, che indica la pressione contenuta nella bombola, l’altro di bassa pressione, che indica il valore della pressione ridotta.

Come avviene la gestione della pressione?

La pressione in uscita viene regolata da un volantino che riduce lo sforzo di regolazione e garantisce una presa sicura. All’interno del riduttore troviamo due camere: ad alta pressione; a bassa pressione ognuna dotata di manometro.
Tra le camere troviamo un otturatore attuato all’esterno da una vite che regola l’apertura e la chiusura del passaggio dall’una all’altra camera.
Quando la vite è completamente allentata, la molla antagonista mantiene chiuso l’otturatore. Mentre se andiamo ad avvitare la vite regolatrice, attraverso un’altra molla, questa preme sull’otturatore permettendo il passaggio del gas che passerà dalla camera di alta pressione verso quella di bassa pressione fino ad erogare la pressione richiesta.

Riduttori monostadio e i riduttori a doppio stadio. Qual è la differenza?

Riduttori monostadio

I regolatori monostadio riducono la pressione della bombola alla pressione di uscita in un solo passaggio. Agendo sulla manopola di regolazione della pressione, si va a comprimere la molla superiore che spingendo il diaframma, muove lo stelo che apre la valvola riduttrice. Una piccola quantità di gas fluisce dalla camera ad alta pressione a quella di bassa pressione. Il gas spinge sul diaframma e quando la sua forza supera il carico della molla superiore (che è uguale alla pressione in uscita del riduttore), il diaframma si muove in senso contrario e chiude la valvola riduttrice.

Un piccolo inconveniente si verifica quando la pressione nella bombola raggiunge valori intorno ai 10 bar: in questo caso la pressione in uscita tende ad aumentare perchè la differenza di pressione non è più sufficiente a chiudere la valvola riduttrice.

Riduttori a doppio stadio

Il riduttore a doppio stadio è formato dall’unione di due corpi, dove avvengono due diversi salti di pressione. Solitamente nel primo corpo si passa dalla pressione della bombola alla pressione intermedia di 20/30 bar, mentre nel secondo corpo si abbassa ulteriormente la pressione fino ai valori necessari all’utilizzo.

Il riduttore a doppio stadio evita l’inconveniente tipico dei riduttori monostadio effettuando una doppia regolazione. Il primo salto di pressione e pretarato e fissato ad un valore che permette il perfetto funzionamento della valvola riduttrice di 2° stadio.

Il secondo stadio è invece gestito dall’operatore tramite la manopola. La valvola di regolazione a spillo regola la portata del gas in uscita.

Cosa posso valutare in fase di scelta del riduttore di pressione?

Per scegliere il riduttore di pressione più adatto al nostro impianto bisogna conoscere la portata di fluido circolante e la pressione di taratura desiderata.
In aggiunta, per evitare problemi di rumorosità e usura, è sempre consigliabile verificare che la velocità del fluido nelle tubazioni non superi il valore limite di 2m/s.

Come scegliere il riduttore per gas puri?

Un’attenzione particolare va portata quando si deve scegliere un riduttore destinato a gas puri in quanto non è possibile “adattare” un riduttore pensato per gas tecnici.
E’ necessario indirizzarsi verso un riduttore specifico per gas puri a membrana metallica relativamente alla qualità del gas da utilizzare.
L’attenzione va anche portata al materiale di costruzione del corpo del riduttore in quanto anche quest’ultima deve essere compatibile con il gas in uso.

Monostadio o doppiostadio?
La scelta va ponderata considerando le pressioni dei flussi in gioco e il tipo di strumento.
Un aiuto alla scelta può arrivare ponendo il focus sulla pressione di utilizzo che se è al di sotto di 2/3 bar, dove i flussi sono piuttosto bassi e si deve ottenere una regolazione molto accurata e stabile scelgo il doppiostadio. Mentre il monostadio può essere utilizzato in tutti quegli apparecchi dove c’è una successiva regolazione fine della pressione. Come ultimo consiglio in un riduttore per gas puri è bene sempre disporre in uscita di una valvola a spillo per una più accurata regolazione della portata in uscita.

Cosa differenzia tra di loro i riduttori di pressione?

Cura dei riduttori

I riduttori sono apparecchi delicati, sono composti da membrane e molle da cui dipendono la stabilità dell’equilibrio delle forze in gioco.
Per questo il riduttore va trattato con cura e va mantenuto in pressione solo quando necessita.

Quale è la qualità fondamentale di un riduttore?
Costanza della pressione di espansione.
La pressione all’utilizzo DEVE ESSERE SEMPRE UGUALE, indipendentemente dal valore dell’alta pressione, perché si mantenga la pressione di regolarità di erogazione. Un riduttore perfetto deve realizzare in bassa pressione una pressione costante a qualunque valore di alta pressione.
Costanza della pressione al variare della portata.

Segui la guida alla scelta del riduttore di pressione in funzione dell’applicazione e regolazione dello stesso in funzione dei cannelli utilizzati